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Scintoismo

ScintoismoLo Shinto (神道, via degli dèi o degli spiriti) o scintoismo è la religione tradizionale giapponese e risale agli arbori della civiltà nipponica, addirittura al periodo preistorico. Si basa sulla credenza che esistano spiriti, incarnazioni di elementi e fenomeni naturali (acqua, sole, piante, ecc.), guardiani di luoghi o spiriti degli antenati. Ogni elemento del mondo è un’emanazione del divino. Il pantheon shintoista è molto affollato e non prende una forma stabile.

Lo Shinto differisce da altre religioni per la mancanza di sacre scritture a cui fare riferimento, dogmi da seguire e in generale un complesso di idee che spieghi la vita dopo la morte. In effetti, essa non si preoccupa tanto di ciò che accade al momento del trapasso,ma punta l'accento sulla vita terrena e su come affrontare i problemi inerenti il presente: un insieme di rituali e metodi tali da mettere in comunicazione uomini e kami,  dalla cui relazione si ricevono notevoli benefici. Lo scintoismo è una religione politeista, panteistica con forti connotazioni animiste e sciamaniche. Prima della fine della Seconda Guerra Mondiale, si credeva che l’imperatore giapponese e la sua famiglia fossero kami, cioè divinità discendenti dalla grande dea del sole Amaterasu.

Quella che è oggi la religione tradizionale del Giappone è comunque il frutto della sua commistione con credenze provenienti dall’esterno, soprattutto dalla Cina. I giapponesi non hanno difficoltà a praticare sia il buddismo che lo scintoismo in quanto le due dottrine si sono sviluppate nei secoli in forme complementari, che non sono mai entrate veramente in conflitto. Nasce così un sincretismo religioso che non ha pari nel mondo.  L’unico precetto di questa particolare religione è “vivere una vita semplice in armonia con la natura e le persone” proprio perché tutti gli elementi del mondo, persone incluse, hanno un’origine divina e devono essere trattate con il massimo rispetto.

Un’altra caratteristica particolare della dottrina è la mancanza di “peccati”, concetto molto presente nelle altre religioni. Non esistono, dunque, azioni sbagliate in sé, ma azioni dalle quali deriva sfortuna e che vanno evitate per non perdere la pace interiore e, molto importante, il consenso sociale (il concetto di vergogna è fortemente radicato nel pensiero giapponese).  Da ciò nasce la nozione di impurità che raggruppa una serie di atti, che vanno scongiurati o intrapresi dopo essersi purificati.

I riti di purificazione sono una parte vitale dello scintoismo. All’interno di ogni tempio vi sono delle fontane con appositi strumenti per lavarsi simbolicamente le mani e la bocca e rendersi puri al cospetto del kami. Questo rito è detto temizu o imi. L’acqua è usata in tutti i riti precedenti le varie funzioni religiose o per benedire macchine, case, nuovi edifici in genere (pratica che si usa anche nella religione cattolica).Fontana scintoista Giappone Altro elemento di purificazione è il sale che viene sparso in un determinato luogo o posto in un contenitore all’ingresso delle case o sugli altarini casalinghi come offerta alle divinità. Gli altari scintoisti sono composti generalmente da uno specchio, che rappresenta il dio e da una serie di amuleti presi al tempio. Vengono offerti incenso, preghiere, riso e acqua, oltre al già citato sale. Le offerte più comuni sono rappresentate dalle donazioni in denaro ai templi. Di solito sotto gli altari vi sono degli appositi contenitori di legno in cui far cadere le monete. Sempre nei santuari si ha la possibilità di acquistare delle tavolette di legno dipinte (Ema)  dietro le quali scrivere una preghiera o un desiderio e appenderle su apposite bacheche. Se il desiderio si avvera è consuetudine appenderne un’altra di ringraziamento. Troviamo anche i musubi, preghiere scritte su fogli di carta e appese agli alberi del tempio.

La venerazione nello Shinto ha lo scopo di far entrare in comunione l’uomo con la divinità, il kami si manifesterà solo attraverso un avvicinamento sincero della persona alla preghiera. Da questo e dell’attenzione estetica nell’allestimento dell’altare, caratterizzato da suoni (campane), immagini (quadri, piante, oggetti sacri) e profumi (incenso), scaturisce armonia e pace della mente.

Lo Shinto non prevede un giorno particolare in cui recarsi al tempio per la venerazione. Ci si può recare per pregare o fare offerte quando si vuole, in quanto i templi sono sempre aperti e disponibili ai fedeli. Inoltre, non esistono preghiere o riti prestabiliti: ognuno può avvicinarsi alla divinità in maniera personale. Gli unici giorni in cui, pur non essendo obbligatorio, è buona regola andare nei santuari sono quelli in cui cadono le festività convenzionali, matsuri. Ci si reca al tempio anche per i riti di iniziazione (i bambini con abiti tradizionali sono benedetti dal sacerdote) e di matrimonio, mentre, di solito, il funerale è eseguito secondo il rito buddista, quindi nei templi appositi.

Il jinja, santuario shintoista, è formato da un giardino, piccolo o grande, che deve riprodurre il cosmo in miniatura. Per entrare bisogna varcare il torii, il celebre portale, spesso raffigurato in colore rosso e simbolo della entrata in una dimensione sacra. Alle volte i torii  sono molteplici. All’interno dello spazio sacro vi è un pilastro che è presente un mito della creazione e rappresenta l’unione del cielo con la terra. L’honden rappresenta il luogo più sacro ed esclusivo di tutto il complesso poiché ospita la sacra effige e solo i sacerdoti possono entrarci. Subito prima vi è l’haiden, il luogo dove i fedeli pregano e dal quale possono scorgere la rappresentazione del kami, preceduto come abbiamo visto in precedenza dalla fontana dove fare le abluzioni. All'interno troviamo una corda sacra di paglia di riso intrecciata, shimenawa alla quale vengono appesi pezzetti di carta, dopo lo specchio è la massima rappresentazione della divinità e si può vederla attorcigliata ad un albero o a una roccia.

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