Approfondimenti

Giornalismo in Giappone

Giornalismo GiapponeNel corso degli anni Settanta del XIX secolo in Giappone avvenne la rottura fra potere governativo e giornali, tanto che questi si convertirono da giornali al servizio del governo a giornali d’opinione, ostacolati dalle autorità che reagirono con limitazioni sempre più severe sulla libertà di espressione. Nacque in questi anni il Movimento per i diritti civili e la libertà (Jiyū minken undō) a cui diedero un fondamentale contributo molti dei giornali allora esistenti. Il tema di maggiore pressione era quello che richiedeva al governo la creazione di un’assemblea rappresentativa e del diritto di voto.

I giornali già da allora rappresentavano una finestra sull’Occidente: all’inizio del periodo Meiji erano mezzi d'informazione ed educazione del popolo, mentre negli anni Settanta divennero un organo privilegiato dell’espressione politica. Da questo momento ebbe inizio un’incessante lotta fra i giornalisti della fazione minken e il governo, che impose durissime restrizioni fino all’introduzione di multe e condanne con incarcerazione. Le prime leggi restrittive furono varate tra il 1873 e il 1875, cui seguirono quelle del 1880, 1883 e 1887 che imposero limitazioni alla libertà d'espressione e la restrizione della libertà di stampa. A partire dal 1881, si dovette inoltre affrontare una crisi politica alla quale si accompagnò la nascita dei partiti, i quotidiani subirono un’ulteriore cambiamento: tutti i giornali d’opinione si unirono all’uno o all’altro dei partiti politici difendendone i punti di vista. La stampa divenne stampa di partito politico. 

Per i temi trattati e per l’uso di un linguaggio difficile i quotidiani d’opinione non incontravano però l’interesse del popolo, che richiedeva piuttosto qualcosa di più vicino al proprio ambiente (fatti di cronaca redatti nello stile della lingua parlata); la politica era per loro una materia ancora troppo astratta. Nacquero così i giornali popolari. Il primo che rispose a tali esigenze fu lo Yomiuri shinbun, molto apprezzato dal pubblico. Con la successiva scomparsa dei partiti politici e il declino dei giornali ad essi legati la stampa popolare conobbe ancora maggior successo.

La stampa di questo periodo si dovette inoltre confrontare con la dura esperienza della guerra, operando inizialmente senza mezzi di trasmissione e con una pressoché totale incompetenza in materia di cronaca di guerra da parte dei giornalisti. Nel 1877 scoppiarono ribellioni nelle province meridionali, scatenate dai samurai che avevano perso i loro privilegi e si sentivano traditi dal governo che loro stessi avevano contribuito a costruire. Quest’esperienza permise ai giornali di aumentare la tiratura e procedere a numerose innovazioni soprattutto nel campo della raccolta e della trasmissione delle notizie. Alla soglia della guerra sino-giapponese la stampa si presentò compatta e agguerrita. Si andava sostenendo a gran voce l’idea di rispondere con le armi all’egemonia cinese sulla Corea, si aggiunse l'indignata reazione al trattato di Shimonoseki (1895) che pose fine alla guerra imponendo la restituzione alla Cina della penisola del Liaodong, territorio conquistato pochi mesi dopo l’inizio della guerra. Durante la guerra russo-giapponese (1904-1905), i mezzi di comunicazione si erano moltiplicati rispetto al decennio precedente: i giornali affrontarono la guerra con strumenti e tecnologie nettamente più avanzate, fra cui l’utilizzo delle fotografie.

Con le esperienze acquisite durante le guerre, aumentarono anche le vendite dei giornali. Nascevano sentimenti di tipo nazionalistico, a cui la stampa diede ampia espressione (vedi le notizie al seguito del trattato di Portsmouth). In realtà le tendenze furono molteplici: non mancò mai l’attenzione rivolta al popolo, emersero ideali socialisti e infine si levarono appelli alla lealtà verso l’imperatore e la nazione. Nei mesi della guerra la causa popolare si fuse con il supporto alla causa nazionale, populismo e nazionalismo si trovarono ad essere forze congiunte.

Se il governo controllò le pubblicazioni attraverso l’istituzione della censura militare, fu soprattutto contro le idee socialiste e marxiste nate all’inizio del XX secolo che si accanì con più ferocia, soffocando i giornali dove esse trovarono spazio. Già il conflitto sino-giapponese aveva mostrato un nuovo approccio del giornalismo che si consolidò in seguito, con la guerra contro la Russia: centralità, semplicità ed immediatezza delle notizie divennero gli obiettivi principali dei giornali, ciò che del resto era il principale desiderio dei lettori. Furono anni di grande evoluzione per i giornali: nacquero le agenzie di stampa, vennero adottate nuove tecnologie, inviati corrispondenti all’estero, differenziati gli interessi; cambiamenti che portarono i giornali a trasformarsi in veri e propri prodotti commerciali e assumere connotati di massa all’alba dell’era Taishō (1912-1926).

La fine del periodo Meiji e l’inizio del periodo Taisho, avvenne con la morte dell’imperatore, il 3 giugno 1912. Nei giorni della sua malattia la popolazione pregava per la salute del sovrano, informata dai quotidiani sulle sue condizioni nei minimi dettagli. Alla morte, i giornali espressero il dolore della nazione, con parole di cordoglio, immagini dell’imperatore sotto la bandiera del sol levante e pagine listate di nero in segno di lutto. Con la scomparsa del sovrano finì anche il periodo Meiji, quei quarant’anni che videro la nascita e lo sviluppo di una nazione e di una stampa moderna in Giappone. Un periodo nel quale la stampa ha giocato un ruolo fondamentale in ogni tappa del fluire storico, politico e sociale, diventando fattore decisivi nella modernizzazione del Paese, e di se stessa. Dal punto di vista dello sviluppo tecnico, dell’efficacia dell’informazione e dell’ampiezza della diffusione, la stampa giapponese raggiunse in pochi decenni il livello della stampa occidentale della stessa epoca.

Dopo il Meiji, il processo di commercializzazione maturò ulteriormente con la trasformazione dei giornali in società per azioni basate sulla ricerca del profitto come obiettivo primo. I quotidiani cambiarono forma: fotografie e illustrazioni apparivano ormai regolarmente, le pagine venivano divise in sezioni (notizie, opinioni, divertimento ecc.) e le pubblicità, fondamentali per i ricavi, occupavano intere pagine. Questo portò ad una crescita della circolazione in particolare di grandi giornali come il  Tokyo Nichi Nichi Shinbun, l’Ōsaka Asahi e l’Ōsaka mainichi tanto che alla fine del Taishō la stampa era diventata ormai un mass media. Il periodo fu caratterizzato anche dai movimenti di protesta cui la stampa partecipò attivamente. Le agitazioni avvennero in particolare nel periodo fra il 1912 e il 1918 in cui i giornalisti si posero come leader delle forze popolari che reclamavano un governo costituzionale. Sulle pagine dei quotidiani si ripetevano espressioni quali “democrazia”, “suffragio universale”, “volontà del popolo”.

Tra il 1910 e il 1914 ci furono continui movimenti d’opinione, spesso guidati dai giornalisti, che portarono alla caduta tre governi successivamente. L'evento che maggiormente coinvolse la stampa furono i moti del riso del 1918. Iniziati nel mese di luglio, alla fine di settembre, avevano coinvolto più di un milione di persone in centinaia di proteste e numerosi arresti, morti e danni materiali, tanto che il governo fu costretto a proclamare la legge marziale. In questa occasione i giornalisti riportarono costantemente gli eventi, nonostante l’azione del governo nei loro confronti fu durissima. L’Asahi ne fu una vittima: il tono militante con cui affrontò il tema dei moti gli valse un processo con cui il governo cercò di zittirlo definitivamente. Il giornale riuscì a sopravvivere solo accettando severe condizioni. Da quel momento i giornali continuarono ad esprimere la loro opposizione al governo, ma mai più con la stessa forza e senza spingere le masse in ulteriori rivolte e proteste. Infine fu il terremoto del Kantō, che distrusse le redazioni e le tipografie dei maggiori quotidiani della capitale, a trasformare radicalmente l’aspetto della stampa giapponese, dando il via alla supremazia dei fogli di Ōsaka che ancora oggi caratterizza il panorama editoriale giapponese.

Argomenti correlati

Argomenti più letti

Voli economici per il Giappone seleziona il tuo aeroporto di partenza dall'Italia o dall'estero e scegli tra decine di compagnie, e vola con prezzi super convenienti. Risparmia fino al 50%...