La popolazione giapponese
Gli ultracentenari di Okinawa
L'isola di Okinawa, in Giappone (arcipelago di Ryuryu) è abitato dalla popolazione più longeva e più in salute del pianeta. Gli abitanti di questo piccolo insieme di isole, poste accanto al Tropico del Cancro in una esotica barriera corallina tra l'Oceano Pacifico e il Mar Cinese d'oriente, sono infatti noti per avere la vita media più alta del mondo, 81.2 anni. La dose di centenari e di ultracentenari di Okinawa, insieme a quella della Sardegna, è la più alta di tutto il mondo.
Le testimonianze di longevità dell'isola giapponese sono numerose e spaziano dalle antiche leggende cinesi che già parlavano di Okinawa come la 'terra degli immortali' a tempi più recenti quando diversi anni fa, nello sport della box, il 96enne Seikichi Uehara vinse su un concorrente poco più che trentenne. Nel 2007 erano 457 i centenari di Okinawa, con una media di 35 ogni 100 abitanti. Il fattore più sorprendente non è tuttavia il numero di persone che riesce a raggiungere questo limite d'età, ma il fatto che esse ci arrivino in uno stato di eccezionale salute fisica e mentale.
La popolazione di Okinawa è conosciuta nel mondo non solo per essere accogliente e gentile, per le proprie tradizioni culturali (un misto tra Giappone e Cina) o per abitare in un luogo paesaggistico tra i più belli del mondo, lo è anche per l'incredibile bassa incidenza di malattie come il diabete, l'ictus, il cancro, l'Alzheimer, l'obesità e tante altre, purtroppo molto frequenti nel resto del mondo. Non è raro vedere ad Okinawa anziani centenari ancora praticare un'attività lavorativa: coltivare la terra, praticare la pesca o addirittura le tradizionali arti marziali giapponesi come il Karate o il Kobudo (che la cultura giapponese vuole essere praticata dagli antichi guerrieri contadini di Okinawa utilizzando appunto attrezzi agricoli come armi). Ma quali sono le ragioni di questa straordinaria longevità in Okinawa?
Scienziati e nutrizionisti hanno studiato le caratteristiche degli abitanti di Okinawa, tra i tanti il professore Makoto Suzuki e i fratelli Willcox. Le ragioni di tanta longevità ed energia (fisica e mentale) pare risiedere nella dieta praticata dalla popolazione, nell'ambiente e nell'ottimismo di affrontare le vita che passa; fattori che vengono riepilogati in alimentazione, esercizio fisico, aspetti psicologico-spirituali e socio- istituzionali.
Il primo fattore, l'alimentazione, viene chiamato in lingua locale "ishokudoghen", che significa 'cibo come medicina'. La dieta di Okinawa consiste nel consumare molti vegetali e piatti a base di pesce, diremo una dieta tipica della cucina giapponese: alla frutta e alla verdura si accompagnano in particolare i prodotti a base di soia, i prodotti di mare come le alghe e tanto tantissimo pesce. Un altro fattore di base della dieta di Okinawa è quello di mangiare senza strafare, cioè mangiare poco, e come detto sopra di mangiare soprattutto prodotti a base di vitamine, sali minerali e amminoacidi, grassi buoni e sostanze antiossidanti in genere.
Il consumo del pesce ad Okinawa pare essere superiore a quello medio in tutta la nazione, mentre l'alga consumata è soprattutto quella di specie konbu (varietà nota in occidente come alga kelp, quella giapponese è anche nota con il nome scientifico di laminaria japonica ), un'alga bruna ricca di minerali come il ferro, il calcio, lo iodio e il magnesio e molto raccomandata dai nutrizionisti di tutto il mondo per i suoi benefici sulla salute (per la cura di artriti, sclerosi, malattie cardiovascolari, malattie alla tiroide e malattie di colon irritabile). Il pesce come è noto è soprattutto ricco di grassi Omega 3, così benefici per la salute umana.
Anche lo stile di vita degli abitanti di Okinawa ha nel tempo influito nella longevità della sua popolazione. Il yuimaru come preferiscono chiamarlo i locali è un concetto che richiama all'indipendenza dell'individuo, nel nostro caso, alla possibilità per l'anziano di continuare a lavorare e ad essere indipendenze dai propri figli; allo stesso tempo, essa si concretizza anche in tutte quelle azioni per le quali l'anziano si sente e si rende ancora necessario alla propria famiglia e alla comunità intera. Ad Okinawa, in giro per le grandi città come Naha o in un piccolo villaggio come Ogimi, i novantenni fanno ancora giardinaggio, danzano, continuano a fare grandi camminate e a consumare poche calorie.
Nel complesso, la popolazione è molto ottimista, spontanea e felice. Molto forte il legame spirituale di ogni individuo con se stesso e con la comunità, vita e morte vengono viste come continuità di uno stesso percorso divino, e il morto viene venerato secondo il rito degli antenati. Per quanto riguarda le istituzioni statali, esiste un grande sistema incentrato sulla prevenzione sanitaria e sul miglioramento della salute in genere. Che dire? un esempio sicuramente da seguire.
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