Shopping in Giappone

Shopping GiapponeProviamo a camminare, un giorno, per le strade di una qualsiasi delle nostre città italiane. Proviamo a entrare nei negozi osservando gli articoli in vendita e provando ad immaginarne la provenienza. Quanto di giapponese riusciamo a vedere? Sicuramente ci balzeranno agli occhi, al primo istante, i numerosi negozi di sushi, che si moltiplicano a velocità sorprendente. Probabilmente vedremo qualche manga, i fumetti giapponesi i cui personaggi abbiamo conosciuto sin da piccoli, in tv, guardando i cartoni animati, senza sospettare che provenissero da un Paese così lontano. Di certo troveremo macchine fotografiche e altri aggeggi elettronici di ultima generazione, provenienti da quell’arcipelago lontano lontano che della ricerca e la sperimentazione di nuove tecnologie ha fatto uno dei propri cavalli di battaglia.

Insomma, cercare il Giappone, da noi, non è poi così difficile, ma che dire di andare in Giappone per shopping? immaginate cosa si potrebbe trovare? I prodotti e lo stile di vita giapponesi incontrano il gusto di molti italiani e non solo: il fenomeno sembra interessare ormai tutta l’Europa e gli Stati Uniti di America. La scoperta dell’oggettistica orientale risale a ben due secoli fa, quando gli aristocratici europei iniziarono a collezionare nei loro salotti finissime porcellane cinesi e pregiate lacche giapponesi, con la stessa passione con cui, ancora oggi, si acquistano mobili e accessori etnici. La bellezza dell’oggetto stava nella rarità, nell’esotismo, ma soprattutto nella eccentricità delle decorazioni e delle tecniche utilizzate. Per farla breve, l’aspetto estetico era assolutamente privilegiato, l’uso e lo scopo primario dell’oggetto in sé  passavano  in secondo piano.

Oggigiorno, la liberalizzazione del mercato, la diffusione dei media, la velocità nello scambio di informazioni, la rapidità dei mezzi di trasporto ci consentono di fruire con estrema facilità di qualunque cosa, e niente sembra più eccentrico o esotico come allora. Se, da una parte, l’effetto positivo è stato quello di spalancare insoliti orizzonti di fronte a un pubblico fino a quel momento ignaro. Si arriva così a conoscere il patrimonio culturale di civiltà lontane, spesso strettamente legato con la religione, la spiritualità o in generale il modus vivendi di una popolazione.

Così, se tutti conoscono sushi, manga e macchine digitali, è pur vero che, nel sottobosco, resiste un manipolo di appassionati che ha scoperto un modo nuovo, e più vero, di conoscere il Giappone. Anche da noi, in Italia, fioriscono club e associazioni che si dedicano a realizzare piccoli capolavori d’arte, senza dimenticare di conoscerne le origini e la storia. Un esempio, fra tutti, particolarmente significativo, è quello dei bonsai e dei suiseki.

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