La gastronomia giapponese

Le bevande giapponesi

Sakè giapponeseIl sakè giapponese, il tè, il shochu, sono solo alcune delle bevande del Giappone. Le bevande tradizionali, il Sakè e il tè, sono parte integrante della storia della nazione, parte di quei rituali a cui noi occidentali vorremo assistere almeno una volta nella vita.

La cerimonia del tè (che abbiamo trattato in dettaglio nella sezione intitolata arte e cultura in Giappone) costituisce ancora oggi un forte rito sociale; il tè giapponese è chiamato O-cha ed è riferito al tè verde, bevanda di base quotidiana di tutta la popolazione, nei momenti d'incontro tra amici, ma anche in famiglia a colazione, pranzo o cena, servito freddo o caldo. Il tè verde raccolto in Giappone agli inizi di maggio si divide in due varietà: il gyokuro dalle foglie tenere, dolci e molto pregiate, e il sencha, il più comune, la cui raccolta potrebbe iniziare anche a giugno; esiste un'altra varietà, estiva, bancha, la cui raccolta avviene infatti ad agosto. A questi si aggiungono anche il maccha, il tè in polvere comunemente usato nelle cerimonie, il houjicha, fatto da foglie in precedenza tostate e contenenti teina. In genere, i giapponesi amano preparare il tè servendosi di foglie sfuse inserite in una teiera (Kyusu) a cui si aggiunge acqua calda o poco raffreddata (a seconda della varietà) per poi essere versato in ogni singola tazza (Yunomi o Chawan) senza manico. Per tradizione il tè verde va bevuto senza zucchero e la tazza va tenuta con una sola mano, l'altra è posta sotto la tazza con tatto leggero.

Il sakè giapponese è l'altra maggiore bevanda della nazione. Di tipo alcolico, viene prodotto dalla  pastorizzazione e fermentazione di riso e acqua, una tradizione legata al scintoismo e parte integrante della cultura del Giappone. La qualità dell'acqua è molto importante per fare un buon sakè, che a sua volta deve possedere determinati elementi di dolcezza, asprezza, amarezza ed altri robustezza ofativa e astringenza. L'alcol in esso contenuto è del 15% del prodotto totale. Il sakè matura in botti di legno di cipresso, viene servito in contenitori di ceramica chiamati Tokkyuri, per poi essere servito in piccole ciotole dette sakazuki. La bevanda può essere servita fredda (hiyazake) o calda (immergendo la bottiglia di ceramica in acqua calda di circa 50º) nel cui caso viene chiamata atsukan. Il sakè in Giappone viene in generee bevuto (solo dai 20 anni in su, il limite legale per bere alcolici) in dei particolare bar chiamati Izakaya, nei quali è possibile gustare anche piccole pietanze di cibo tradizionale. I tipi di sakè giapponese sono diversi, troviamo il nigori (dall'aspetto torbido), il nama (abbastanza grezzo) e il comune (molto più limpido) che può a sua volta essere di qualità tokkyu (superiore), ikkyu (di prima scelta) e nikkyu (di seconda scelta). Esiste anche la versione dolce del sakè (amacuchi) e secca (karakuchi). Tra le qualità prodotte di sakè le più conosciute troviamo il Hoz-jozo di Gekkeikan, il jinjo di Nihonsakari e il Dai-gijo di Tsukasa Botan.

Tra le altre bevande di consumo in Giappone, vi troviamo anche il Shochu, un distillato liquoroso fatto con orzo, cereali o anche patate e allungato con acqua calda o limone e soda. Il contenuto alcolico è molto alto e varia dai 40 ai 90 gradi. Molto usato anche per fare l'Umeshu, un liquore di albicocche. Al sochu, si aggiungono altre bevande più comuni per gli occidentali: la birra, la seconda bevanda dopo il tè più bevuta in Giappone (Kirin, Asahi, Saporo, Suntory), il wisky (ottimo quello di Saporo), il vino le cui maggiori produzioni le troviamo a Nagano, Hokkaido e Yamanashi. In Giappone è consumato anche il caffè (kohii), nonostante non sia proprio economico.
 
E allora,  resta che brindare alla salute, kampai
 

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