Arte Cultura in Giappone
Ikebana
Nel panorama dell’espressioni artistiche tradizionali giapponesi è d’obbligo menzionare l’ikebana (生け花、letteralmente “fiori viventi”), l’arte di disporre i fiori. Essa nacque nel sesto secolo d.C. quando dalla Cina attraverso gli scambi con la Corea venne importato il Buddismo e tutto il suo bagaglio culturale. In principio si trattava solamente di offrire fiori alle divinità ed era praticata esclusivamente dai monaci e dagli aristocratici. In seguito, l’elaborazione squisitamente autoctona dei principi continentali portò all’arte che tutti conoscono.
Come in altri aspetti della cultura giapponese anche l’ikebana mutua le sue idee dallo zen, infatti non è solo un’arte o un passatempo, ma un modo, una via che conduce all’illuminazione, cioè all’autentica consapevolezza di sé e del mondo circostante. Di solito si usano fiori, erba e rami d’alberi, ma anche sassolini, frutti e altri materiali naturali. Le composizioni devono rispettare precisi canoni, tra i quali: l’asimmetria, la quale favorisce l’impressione di movimento; l’armonia tra i diversi elementi, in modo che nessuno appaia fuori posto rispetto al tutto; il ritmo, grazie al quale nessun ramo deve risultare troppo vicino o troppo distante dall’altro.
Lo schema sempre presente nell’ikebana è quello dei tre rami come simboli dell’universo e della sua armonia: un ramo lungo e verticale che sta a simboleggiare il Cielo, uno mediano che è l’Uomo, uno orizzontale che simboleggia la Terra. Ancora una volta è presente il concetto di vuoto- a un occhio poco allenato le composizioni appaiono scarne- attraverso il quale le qualità della creazione e dei suoi elementi emergono con maggiore forza.
Esistono numerose scuole ikebana, sia in Giappone che nel mondo, per imparare a praticare questa arte . Qui gli allievi imparano da subito una serie di regole da seguire alla lettera. Infatti, nell’ikebana le regole sono fondamentali perché costituiscono uno schema dentro il quale si creano delle condizioni ottimali per far emergere la vera natura dei fiori. All’inizio del cammino, queste direttive devono essere seguite con assiduità e intensità tali che la personalità dell’allievo sparisca. Con la pratica costante le regole sono talmente assimilate che non vengono più percepite e possono essere interpretate. Solo in questi momenti, la composizione appare naturale, cioè come se l’unica collocazione degli elementi usati fosse proprio quella della composizione. Inoltre, il materiale usato nell’ikebana mostra e diventa simbolo della caducità di tutte le cose, del fatto che nulla è eterno. Tuttavia, non è un messaggio negativo, ma sprona a godere della bellezza della transitorietà della natura, per cogliere il fascino del passare del tempo.
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