Arte Cultura in Giappone
Calligrafia in Giappone

La calligrafia giapponese si serve di determinati strumenti, comuni a quelli in uso in altri paesi: l'inchiostro, che prende il nome di Sumi e che prima dell'uso subisce una particolare preparazione (viene preparato in genere dal carbone e da particolari colle), si tratta infatti di un inchiostro quasi esclusivamente nero, di forma solida e pressato in particolari barrette; la pietra-calamaio per preparare l'inchiostro (Suzuri); il pennello (fude), caratterizzato da varie misure a seconda della necessità, della forma di scrittura prescelta, del materiale usato e delle sue dimensioni; la carta (Washi) che a seconda del materiale usato viene chiamata anche kozo, ganpi, mitsumata e può essere prodotta anche dal bambù, dal riso, dal grano ed altri. Questi quattro elementi della calligrafia sono conosciuti come i “Quattro tesori” del calligrafo; ad essi possono essere aggiunti il feltro (shitajiki) in uso come appoggio alla carta, il poggiapennelli (fudeoki), il contenitore dell'acqua (suiteki) e il fermacarta (bunchin) ed altri arnesi utili.
L'arte della calligrafia si serve inoltre di stili diversi: il tensho (usato per i sigilli), il Reisho (stile dei funzionari e degli scrivani, usata appunto per scrivere una quantità enorme di documenti), il Sosho (lo stile veloce, corsivo rapido), il Kaisho (a stampatello normale, una delle forme più usate sia in Giappone che in Cina, dove prende il nome di Kaishu) e il Gyosho (in corsivo, è la forma attualmente più usata nella vita quotidiana del paese). La calligrafia in oriente è una pura espressione dell'animo, dove ogni linea, punto, passaggio, inizio e fine, direzione, forma, legame tra una parola e l'altra, sono espressione cosciente di grazia ed eleganza, un equilibrio armonico della persona, della natura, del cosmo.
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