Sistema scolastico giapponese
Sistema universitario giapponese
Il sistema universitario in Giappone ha avuto modo di svilupparsi in maniera esemplare sin dall'inizio del dopoguerra, portando in particolare alla fondazione di numerosi istituti di natura privata. Oggi, le universita giapponesi sono riconosciute a livello internazionale con grande merito.
L'università in Giappone è organizzata attraverso un'Istituzione risalente alla seconda metà dell’Ottocento (inizi Epoca Meiji); l'intero sistema universitario tuttavia è molto più recente, essendosi formato nel secondo dopoguerra. Sono circa 550 le università del Giappone: secondo dati del 2000, oltre il 70% dell'istruzione universitaria appartiene ad istituti privati, mentre il resto fa capo ad organismi statali e pubblici; nel 2007 le università nazionali giapponesi 'kokuritsu daigaku' ammontavano a 87 istituti. Molti degli istituti pubblici inoltre sono stati incorporati in una sorta di corporazione universitaria nazionale (kokuritsu daigaku hōjin) a cui è stata data altresì grande autonomia. Alcune università nazionali un tempo erano conosciute per essere Università Imperiali, zenkoku shichidaigaku (le sette università imperiali del Giappone). Curioso notare che inoltre, a differenza dell'Italia, nel paese esistono centri universitari esclusivamente femminili.
Il termine di studi del sistema educativo superiore prevede quattro anni di università (sei in totale per le facoltà scientifiche di medicina, odontoiatria e veterinaria), due anni di master-post laurea e da due a cinque anni di dottorato (dipende dal tipo di specializzazione scelta, quattro anni per esempio per gli studi scientifici sopra descritti). Il proseguimento agli studi universitari da parte dei diplomati aumenta di anno in anno ( circa il 50 %) con circa il 3 % che sceglie il corso di laurea breve (dato 2007). In crescita anche la presenza femminile: la proporzione tra maschi e femmine è di tre a due. Le donne sono spesso rappresentate nelle facoltà di tipo umanistico, i ragazzi in quelle di tipo scientifico: è il caso per esempio del livello di studi post laurea. Nel dottorato il più alto livello di 'quote rosa' si raggiunge nel settore medico ed umanistico (30%); in totale le donne nel dottorato sono rappresentate da un esiguo 13%.
Secondo dati recenti, le tasse universitarie pagabili in Giappone sono così rappresentate: l’iscrizione (da versarsi una sola volta) costa circa 200.000 yen (circa 2.200 euro), una media calcolabile sia nelle università statali e pubbliche che in quelle private; a questi si aggiungono le spese per i corsi (da versare per ogni anno accademico ), che possono anche raggiungere il milione di yen (8.000 euro) nelle università private, riducendosi della metà nelle università statali e pubbliche. Diventare medici o odontoiatri in Giappone costa in media 5 milioni di yen.
Le facoltà universitarie possono essere suddivise in due grandi rami, gli studi umanistici come lettere, lingue straniere, giurisprudenza, economia e gli studi scientifici come fisica, architettura, ingegneria, medicina. Circa l’ 80% degli studenti riesce a laurearsi secondo un termine di studi regolare (in corso), di questi il 15 % accede al master e il 3 % al dottorato di ricerca. La maggior parte degli studenti al terzo anno comincia a cercare un lavoro.
Benché la società stia cambiando rapidamente e drammaticamente, tra i giapponesi rimane alta la convinzione che un buon titolo di studio sia una necessaria garanzia per aspirare ad una vita migliore; per questo motivo, pur di essere ammessi nelle università più prestigiose si sottopongono sin dall’infanzia a duri sacrifici. Come per tutto il sistema scolastico giapponese, anche le università prevedono l'accesso attraverso gli esami d'ammissione nyūgaku shiken (入学試験) e sono pertanto a numero chiuso. Tali esami sono spesso considerati ben più difficili degli esami di laurea in se; la competizione è pertanto molto alta. Non sono pochi coloro che continuano gli studi per anni frequentando scuole di specializzazione universitaria (chiamate Yobikou 予備校) fino a quando possono entrare nell’università desiderata.
In Giappone la vita degli studenti universitari è molto attiva. Il rapporto tra professori e studenti è molto meno informale rispetto a quello che si instaura tra studenti e professori in un’università italiana: non è raro infatti vedere entrambe le parti lavorare fianco a fianco all’interno degli istituti, in giorni e orari più strani. Tra gli studenti, prevale un forte senso di appartenenza che si esprime soprattutto nella organizzazione di feste di benvenuto per i nuovi arrivati.
L'avvenire delle università in Giappone, da un punto di vista quantitativo, non è del tutto roseo: a causa della diminuzione delle nascite, il numero delle università giapponesi è in eccesso rispetto alla domanda di studenti, non raggiungendo il 60 %; più del 40 % degli studenti desiderano entrare solo nelle università più appetibili. Quelle che non potranno sopravvivere dovranno scomparire o esser assorbite da altre.
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